Intervista a Marco Tavazza, Project manager di Meta Unconventional Management

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buongiorno, la prima cosa che vorrei chiederle è il significato di Unconventional Management

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Meta Unconventional Management è un network di consulenti che supportano PMI, micro imprese e studi odontoiatrici, per aumentarne fatturato e utili.

L’idea differenziante che ci anima è il nostro approccio non convenzionale (come recita il pay off), che ci distingue dalla consulenza aziendale tradizionale e dal business coaching ormai molto diffusi.

Infatti, nostro focus è prima sul CHI e poi sul CHE COSA.
Ovvero, prima su titolare e le sue prime linee e solo in seguito sulle meccaniche e sulle strategie.

Ci serviamo di uno strumento di analisi oggettivo, che, integrato con l’esperienza del consulente, evidenzia il matching tra skills e fault personali e le caratteristiche richieste per il ruolo.
Sulla scorta di queste e altre informazioni, realizziamo un progetto consulenziale customizzato, che ci permette di accompagnare le risorse e quindi l’azienda, attraverso un processo di miglioramento continuo, ottenendo un aumento delle performance, nei parametri temporali condivisi.

D
Negli ultimi mesi nonostante un mercato in crisi, si è visto il proliferare di diverse realtà consulenziali in ambito odontoiatrico. Cosa ne pensa e cosa vi differenzia ?

R
Mi permetta di condividere innanzitutto una riflessione: il mercato non è in crisi, ma più semplicemente è cambiato, anzi, sta cambiando. I nuovi strumenti tecnologici lo hanno reso più dinamico, più veloce, più informato e più orientato alla concorrenza. Questa nuova dimensione o se preferiamo, questo nuovo livello di complessità, costringe i vari attori a sviluppare nuove competenze che permettano di adeguarsi rapidamente ai mutamenti e quando è possibile, anche ad anticiparli. Dunque chi avverte la crisi? Solo coloro che per varie ragioni non hanno la volontà e talvolta l’umiltà, di affrontare un cambiamento ed è abbastanza ironico se si pensa che la parola crisi, in greco, Krìsis, significa appunto, decidere, scegliere.

In questo scenario, alcune realtà consulenziali che hanno intuito l’opportunità di un nuovo business, sono intervenute secondo una logica imprenditoriale, forse a volte anche un po’ predatoria.

Rispondo ora alla sua domanda: Cosa ci differenzia? in primis l’estrazione professionale. La nostra provenienza è quella del mondo aziendale, dell’impresa. Circa quattro lustri di esperienza, di case history, di storie imprenditoriali,di successi, ma anche di qualche insuccesso sul quale abbiamo approfondito nuove competenze.

Insomma, come può immaginare, una banca dati esperienziale molto vasta e articolata.
Da qualche anno lavoriamo nel mondo odontoiatrico, perchè abbiamo avuto la capacità di anticipare un cambiamento epocale.
Lo Studio odontoiatrico è a tutti gli effetti un’impresa soggetta a profondi cambiamenti che sono tanto più radicali ed onerosi da gestire quanto più statica è stata la gestione negli anni passati. Inoltre la presenza di nuovi concorrenti più aggressivi e dinamici, ha modificato lo scenario di mercato, mettendo il dentista di fronte a delle scelte difficili da percorrere.

Si pensi che il mondo odontoiatrico, sta vivendo una fase di profondo ripensamento della propria identità e funzione, imponendo oltre tutto, la messa in discussione del ruolo del titolare che, se fino a ieri era l’esperto e il responsabile del protocollo di cura, oggi deve svolgere anche il ruolo dell’imprenditore attento e sensibile alle nuove istanze del mercato.

Un salto quantico, non crede?

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Spesso, la consulenza viene contestata per i suoi alti costi, non solo, c’è ancora una certa diffidenza…

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Per certi versi è comprensibile, una volta si diceva che chi non aveva ottenuto successo nella propria area professionale, si re-inventava consulente.

Tuttavia, la letteratura consulenziale è ampia e nasce in Italia negli anni 90’ per colmare il vuoto endemico di formazione in ambito marketing e vendite che invece era molto florido negli USA già a partire dagli anni 50’.
Si apre così una nicchia di mercato dove cominciano a farsi largo i formatori motivazionali o new age sulla scia di Antony Robbins allievo di Jim Rohn.
Da questo ceppo prende il via l’evoluzione di formatori e consulenti fino ai giorni nostri.
Ovviamente c’è da fare un distinguo tra consulente e formatore. Il primo ha la responsabilità di far ottenere risultati dichiarati, nei tempi previsti e lo può fare solo a valle di una attenta analisi dei fault personali e aziendali.

Per quanto riguarda invece il presunto alto costo della consulenza, viene normalmente citato da un cliente insoddisfatto, quindi in assenza di risultati o con risultati parziali.

Meta Unconventional Management, esprime una consulenza etica, modulare, economicamente non vincolante, ma che si rinnova solo al raggiungimento dei risultati condivisi.

Insomma, con noi il cliente fa un investimento poichè paga solo con l’evidenza degli obiettivi raggiunti.

D
Cosa significa consulenza etica?

R
L’etica è un concetto fondante anche nella consulenza.
Significa avere coscienza del proprio ruolo; seguire le regole o gli standard che governano la categoria professionale.

In termini consulenziali, invece si riscontra quando per esempio si gestiscono persone che non rispondono alla motivazione. Quasi sempre esistono problemi più profondi che devono essere trattati e spesso risiedono nel campo dell’etica.

D
Un’ultima domanda, quali strumenti utilizzate per trovare nuovi clienti e cosa dicono di voi quelli che hanno vissuto l’esperienza consulenziale?

R
La nostra è una professione molto autoreferenziale, quindi è più corretto dire che sono professionisti e/o imprese che ci contattano perchè motivati da clienti soddisfatti.

Siamo presenti anche su sui social dove adottiamo una comunicazione un po’ provocatoria e abbiamo un sito web www.meta-consulenza.it dove oltre ad esserci le testimonianze di alcuni nostri clienti in vari settori, ci sono anche dei test specifici da compilare per avere un primo confronto senza impegno.

D
Comunicazione provocatoria?

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Si, non vogliamo essere compiacenti per piacere e nemmeno sedurre per conquistare.
Non vogliamo nemmeno la spettacolarizzazione del ruolo, il carosello del consulente che deve per forza essere attrattivo.

Noi crediamo in un’impresa governata in ogni suo aspetto da imprenditori ispirati competenti e animati da un forte desiderio di crescita.

Marco Tavazza

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